L’Abbazia di Spineta (o Spineto) risale al 1085 e rappresenta un esempio del monachesimo italiano e toscano. Il luogo è isolato, ma solo in apparenza, visto che si trovava nella via di collegamento tra Teutonica e Francigena. Sotto la protezione di Orvieto (almeno da 1120), passa sotto la tutela della Repubblica di Siena. Il massimo splendore economico dell’abbazia si realizza proprio nei secoli dal XII al XIV, quando nasce la necessità della salvaguardia dei suoi beni, viene affidata ad una guarnigione armata e all’edificazione di opere fortificatorie nel complesso architettonico monastico, chiesa compresa: ne conserva traccia nelle postazioni per le balestre. Anche durante i periodi di opulenza, l’abbazia si mantiene aderente alla stretta regola benedettina, tant’è che la statura morale dei monaci li fece preferire come investigatori e giudici nelle controversie civili.
Nel 1627 un cambiamento radicale: Papa Urbano VIII toglie dall’ordine Vallombrosano l’Abbazia di Spineto per affidarla a quello Cistercense, donando nell’occasione il prezioso piviale che tuttora vi è conservato. L’Abbazia resterà sotto l’Ordine cistercense fino alla sua soppressione nel 1783, per poi trasformarsi in villa-fattoria. La sua proprietà fu incamerata nel patrimonio dello Spedale degli Innocenti di Firenze. Di recente ha svolto la funzione di luogo per convegni, ospitando tra l’altro il primo incontro collegiale del Governo Letta.