Salendo da Sarteano verso il convento dei Cappuccini, oggi abbandonato, e la Chiesa di San Bartolomeo, si raggiunge un luogo di grande fascino e suggestione, immerso nella storia e nella natura. Qui, le pareti rocciose si aprono su antichi rifugi preistorici, testimoni di una frequentazione umana che risale a millenni fa. Una grande arcata conduce a delle cellette, che in passato fungevano da tombe etrusche, una delle quali conserva una croce scolpita, simbolo che evidenzia il passaggio tra le tradizioni pagane e quelle cristiane.
Fonti francescane confermano che questo luogo ospitò, intorno al 1212, il giovane San Francesco, che vi si ritirò in preghiera eremitica. Si racconta che in questo stesso posto, il santo fu più volte tentato dal demonio, un episodio che aggiunge un velo di mistero e spiritualità a questo sito. Per proteggere e custodire il luogo di grande importanza religiosa, i seguaci dell’Ordine dei Cappuccini vi fondarono un convento, che nel 1594 fu ricostruito nell’edificio che possiamo ammirare oggi, annesso alla Chiesa di San Bartolomeo.
Proseguendo il cammino, si incontra il piccolo cimitero dei frati, un angolo di tranquillità che racconta la storia di quei religiosi che hanno vissuto e pregato in questo luogo. L’ambiente naturale che circonda il convento è di straordinaria bellezza, con una ricca fauna che popola la zona, rendendo questo angolo di Sarteano non solo un sito di grande valore storico e religioso, ma anche un luogo perfetto per chi cerca la pace e la contemplazione immerso nella natura.